SCUOLE E UNIVERSITÀ PROTAGONISTE DELLA RIVOLUZIONE ENERGETICA
La condizione dell’edilizia scolastica nel nostro paese restituisce una fotografia di un patrimonio particolarmente vetusto e poco manutenuto e che oggi, grazie anche ai fondi del PNRR, possiamo riqualificare in una logica sistemica e in un’ottica di rigenerazione.
La scuola è sempre più, infatti, il punto di riferimento principale nei territori di un “essere collettività” e per questo le aspettative che si hanno su di essa sono di tipo sociale, educativo e culturale. La nuova generazione di scuole che il nostro Paese si trova a costruire o riqualificare deve contenere il senso di tutte queste funzioni, oltre che rappresentare una rete infrastrutturale pubblica sicura, efficiente da un punto di vista energetico ed educante, dotata di spazi polifunzionali e che abbia un forte senso estetico.
Per questo riteniamo particolarmente importante, intorno a questo obiettivo, affrontare la rigenerazione dei nostri edifici scolastici con un forte coinvolgimento delle comunità, in primis quelle scolastiche, che possono trovare sintesi dei loro bisogni educativi e necessità strutturali all’interno di un percorso partecipato.
Come firmatari di questo documento vorremmo dare, in tal senso, un contributo, per attivare processi educativi e infrastrutturali rivolti al mondo delle scuole e delle università, amministrazioni comunali e provinciali, per costituire comunità energetiche che assumano la sfida della giusta transizione ecologica come chiave educativa e strutturale.
Lo strumento della comunità energetica, infatti, offre questa opportunità con una particolare attenzione al come e dove andarle a realizzare.
Come? Con una metodologia attiva e partecipativa che prevede la co-progettazione fra scuola, ente locale, comunità educante più allargata e il territorio stesso, con l’obiettivo di partire dal basso per costruire un processo ambientale ma nello stesso tempo sociale e educativo.
Dove? In quei luoghi dove la povertà educativa e quella energetica si rilevano in una condizione di disagio diffuso, come le periferie urbane e sociali, ma anche in quelle realtà dove un processo di rigenerazione urbana che ha al centro la scuola mira a ricostruire legami sociali più solidali.
Le condizioni di partenza
Dal XXI rapporto di Legambiente Ecosistema Scuola, emerge un quadro piuttosto negativo sullo stato di sicurezza e di efficienza degli edifici scolastici: su 7.037 edifici scolastici delle città capoluogo di provincia, prese in esame dal rapporto, emerge come circa una scuola su due non dispone delle certificazioni obbligatorie (agibilità, prevenzione incendi, collaudo statico); l’88% degli edifici è sotto la classe energetica C; solo sul 16,7% sono presenti impianti di energia rinnovabile (tra questi per il 34,8% solari termici, per il 69,2% solari fotovoltaici, per l’1,3% geotermia, per l’1,2% a biomassa, per lo 0,6% a biogas). E a questi si aggiungono annosi problemi come la carenza di impianti per lo sport, visto che oltre la metà ne sono privi, o di mense presenti solo sul 61,2% degli istituti.
A questi si aggiungono i dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica pubblicati nel marzo 2020 sul Portale Unico della Scuola, dove risulta che su 40.160 istituti scolastici attivi, almeno 34.111 hanno un impianto di riscaldamento a gas, 93 presentano un impianto centralizzato ad olio combustibile, 5.454 a gasolio, 24.592 a metano e 930 a gpl.
Una fotografia che restituisce la necessità di interventi importanti per migliorare la qualità degli edifici e della vita degli studenti e del personale che vi lavora, ma anche per mitigare gli impatti che questi edifici inefficienti possono avere sull’ambiente.
Partendo da questi dati di contesto, riteniamo che le scuole di ogni ordine e grado e le università possano svolgere un ruolo da protagoniste nella rivoluzione energetica dal basso. Rivoluzione che in parte si è avviata grazie ad una maggiore consapevolezza e conoscenza delle problematiche legate ai cambiamenti climatici ma che deve vedere la chiusura del ciclo diventando parte attiva del sistema energetico democratico e sostenibile.
Ma cosa possono fare le comunità educanti per accelerare la transizione energetica verso un futuro 100% rinnovabile?
Innanzitutto portare conoscenza e consapevolezza sul tema della transizione ecologica e sulle azioni necessarie per metterla in atto concretamente nei luoghi del sapere. Con l’obiettivo, non solo, di rendere consapevoli della propria impronta ambientale ma anche del ruolo, dei percorsi e delle attività che si possono intraprendere per essere protagonisti di questa rivoluzione energetica. Intorno ad un progetto così ambizioso, la comunità educante si può costituire intorno all’obiettivo di attivare un processo di costituzione di una comunità energetica, co-progettando una ricerca-azione che tenga assieme la crescita educativa e culturale dei ragazzi e della popolazione sulla giusta transizione ecologica e gli obiettivi strutturali per la riqualificazione energetica dell’edificio. Per questo è molto importante che essa sia costituita da una pluralità di figure, dagli studenti e docenti agli amministratori, dagli enti del terzo settore alle famiglie.
Come realizzare concretamente una scuola/università a zero emissioni?
Attraverso un percorso in quattro fasi, ambiziose, ma finalizzate a rendere gli Istituti scolastici, di ogni ordine e grado, punti di riferimento cittadini per questa rivoluzione energetica, offrendo innovazione sociale, sviluppo e qualità della vita.
Prima fase: creare maggiore consapevolezza su questi temi attraverso l’organizzazione di workshop formativi del progetto Youth4planet, che con metodologie orizzontali e innovative uniscono educazione non formale e momenti di azione concreta per far fronte alla crisi climatica a partire dalla propria scuola e dal proprio territorio.
Seconda fase: dedicata alla consapevolezza e alla conoscenza della propria impronta climatica, con approccio critico, attraverso l’avvio di un percorso di monitoraggio sui consumi elettrici, termici e sul comfort climatico (audit scolastico) così da poter calcolare il peso climatico.
Terza fase: dedicata alla decarbonizzazione dell’Istituto mettendolo al centro di una piccola grande rivoluzione energetica. Tra gli strumenti da sviluppare le comunità energetiche rinnovabili e sostenibili. Uno strumento innovativo, basato sull’autoconsumo e sulla condivisione dell’energia da fonti rinnovabili, in grado di portare risparmi in bolletta fino al 30% e che si rafforza dalla possibilità di poter realizzare progetti solidali a partire dagli incentivi ricavati dalla condivisione dell’energia rinnovabile e dalla vendita di quella non condivisa all’interno della C.E.R.S.
Basta guardare a quanto accade nella prima Comunità energetica e solidale di San Giovanni a Teduccio a Napoli Est. Un percorso positivo nel coinvolgimento di 40 famiglie che grazie alla realizzazione di un impianto fotovoltaico sul tetto della Fondazione Famiglia di Maria, che lotta contro la povertà educativa, produrranno e condivideranno energia rinnovabile e il ricavato verrà diviso tra le famiglie come strumento concreto contro la povertà energetica.
Un successo avvenuto grazie alla costruzione di un percorso di comunità che ha agito sulla consapevolezza delle criticità e sui comportamenti individuali in uno dei quartieri più complicati di Napoli, a San Giovanni a Teduccio.
Questa esperienza può essere replicata a partire dalla realizzazione di Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali sui tetti degli istituti scolastici e con progetti a supporto che possono tenere insieme i due obiettivi di giustizia climatica e sociale (lotta alla povertà energetica ed educativa). Una delle principali caratteristiche di questi soggetti giuridici è la capacità di portare benefici ambientali e sociale ai soggetti aderenti e al territorio in cui insistono. Da qui la possibilità di realizzare progetti come quello di Napoli, ma anche azioni per favorire l’accesso scolastico nelle aree interne e nelle grandi città attraverso un sistema di mobilità collettiva di bus scolastici elettrici, borse di studio, “buoni mensa”, biblioteche e molto altro, da immaginare e costruire guardando al futuro e alle necessità delle fasce di popolazione più debole.
Se, in tutti i 40mila edifici installassimo 20 kW di pannelli solari fotovoltaici per far nascere comunità energetiche rinnovabili e solidali, innescando poi un percorso virtuoso di adesioni e partecipazione, riusciremmo in breve tempo ad offrire benefici ambientali e sociali ad oltre 400mila famiglie.
Quarta fase: per chiudere e completare l’opera di decarbonizzazione, avviare un percorso di efficientamento della scuola, anche grazie ai ricavi ma anche utilizzando tutti gli strumenti incentivanti oggi esistenti, come il conto termico. Per l’energia comunque consumata dalla rete scegliere un operatore 100% rinnovabile certificato.
Questo è il momento per investire in questa direzione a partire dai 17 miliardi di euro del PNRR previsti per la scuola, i cui primi 5 MLD stanno per essere messi bando, di cui 500 MLN per riqualificazione e sicurezza, 300 MLN per palestre, 800 MLN per scuole nuove, 400 MLN per le mense. Nella realizzazione dei nuovi edifici e nella riqualificazione di quelli esistenti è fondamentale prevedere progetti di efficientamento energetico ma anche di solarizzazione dei tetti con la creazione di C.E.R.S. che come detto in precedenza hanno impatti duplici dal punto di vista sociale e ambientale.
Per realizzare queste “opere utili” è necessario andare oltre le risorse dedicate alla scuola che sono comunque ancora troppo poche e intercettare con progetti ambiziosi ad esempio le risorse dedicate alle green community e alle comunità energetiche nei piccoli comuni. Ancora con più forza in queste periferie geografiche la realizzazione delle CERS potrebbe rispondere a bisogni e necessità che oggi nascono dalla mancanza di servizi primari per studenti e comunità.
Firmatari
- Associazione Italiana Insegnanti di Geografia
- Fridays for Future
- Legambiente
- LINK – Coordinamento universitario
- Rete degli Studenti Medi
- Rete Nazionale Scuole Green
- Save the Children
- UdS – Unione degli Studenti
- Unione degli Universitari