Torna Fossil Fuel Subsidies Awards, la campagna contro i sussidi alle fonti fossili promossa dal CAN in tutta Europa, e nata con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini verso il tema degli aiuti economici che gli Stati destinano ogni anno alle fonti inquinanti, e chiedere con forza la loro eliminazione!
Affinché ciò avvenga, però, è necessario non solo far crescere l’attenzione verso questo tema, ma anche ampliare le modalità per fare pressioni, a livello nazionale ed europeo. Per questa ragione Legambiente insieme a tante altre realtà europee, e in continuità con la campagna STOP SUSSIDI ALLE FONTI FOSSILI, ha deciso di candidare agli Award europei “Tutti i regali al settore oil&gas in Italia” pari a 8,9 miliardi di euro nell’ultimo anno.
Partecipare a Fossil Fuel Subsidies Awards e votare per il sussidio che ritieni più assurdo (non possiamo non invitarti a scegliere tra le tre opzioni anche quello italiano) aiuterai il CAN, ma anche Legambiente in Italia e tutte le realtà che si occupano di questo tema a far emergere sempre di più il problema. Oltre a rafforzare l’azione per chiederne l’eliminazione. Contribuendo non solo alla lotta contro i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico ma anche allo sviluppo di un sistema energetico innovativo, democratico e sostenibile.
Ai tempo fino al 30 marzo per votare e far votare i tuoi amici e le tue amiche, aiutaci a raccontare anche in Europa cosa succede in Italia! Bastano 30 secondi!
I vincitori verranno premiati alla cerimonia che si terra’ a meta’ Aprile.
VOTA QUI
(per votare andare in fondo alla pagina, selezionare 3 opzioni – ricordati di cliccare anche sui sussidi italiani – inserire la propria mail, e cliccare su VOTE!
PERCHÉ’ VOTARE I TUTTI I REGALI AL GAS E AL PETROLIO IN ITALIA?
Il settore oil&gas gode di sussidi diretti e indiretti per un valore stimato di circa 8,9 miliardi l’anno. Tra i regali troviamo sconti ed esenzioni nel campo delle trivellazioni per un valore pari a 1,4 miliardi di euro l’anno. La legge italiana, infatti prevede, dal 1996 l’esenzione dal pagamento di royalties per le prime 20.000 tonnellate di petrolio estratte da terraferma (o 50.000 tonnellate in mare aperto) e per i primi 25 milioni di metri cubi di gas naturale a terra (o 80 milioni di metri cubi al largo). Secondo le elaborazioni di Legambiente, su dati del Ministero dello Sviluppo Economico, dal 2004 ad oggi il 32% del gas estratto in Italia è stato esente dal pagamento di royalties. E l’8% del petrolio. Per un mancato guadagno per le casse dello stato, per il solo 2016, di circa 88 milioni di euro.
Sempre in tema di royalties, ovvero la fee che si paga sul gas e sul petrolio estratto, un altro regalo è quello che viene determinato dall’inadeguatezza delle stesse. Le compagnie petrolifere infatti versano nelle casse dello Stato una percentuale variabile tra 7 e 10%, che si tratti di mare o terraferma. L’insieme di questi sconti rende il territorio italiano un vero Texas dal punto di vista petrolifero. In alcune relazioni di compagnie petrolifere infatti viene sottolineato come l’Italia sia un Paese vantaggioso in tema di estrazioni di idrocarburi. Forse anche per queste ragioni esistono tutti questi interessi in tema di nuove trivellazioni, ricerca e ampliamenti di progetti! (leggi qui). Se portassimo le royalties ad una percentuale più adeguata, pari al 50%, lo Stato vedrebbe nelle proprie casse circa 1,3 miliardi di euro in più, da destinare ad esempio alla messa in sicurezze dei territori. A questi sconti vanno inoltre aggiunti 15,5 milioni di euro, sempre di mancate entrate, derivanti dall’inadeguatezza dei canoni.
Destinare risorse alle fonti fossili, alla produzione e al consumo di risorse inquinanti e dannose, vuol dire nei fatti non finanziare progetti per la produzione di energia da altre fonti, come le rinnovabili. Rallentando l’innovazione energetica e bloccando la nascita di un nuovo sistema energetico e di nuovi posti di lavoro. Questo è ciò che avviene in tema di investimenti pubblici italiani, destinati a progetti da fonti fossili nazionali e internazionali, e finanziati o garantiti da SACE e Cassa Depositi e Prestiti. Basti pensare che l’Italia è in ottava posizione tra i Paesi del G20 con 2,1 miliardi di dollari medi annui tra il 2013 e il 2015 di investimenti a favore di impianti e infrastrutture legate alle fonti inquinanti. Di questi ai progetti per il gas naturale sono andati, tra il 2014 e il 2015, 643 milioni di euro. A questi si aggiungono i contributi, previsti dalla Banca Europea, pari a 1,6 miliardi e destinati alla realizzazione della TAP, il gasdotto transadriatico, uno dei più grandi progetti europei destinati alle fonti fossili che attraverserà in parte la Puglia.
In particolare tra il 2013 e il 2015 sono stati finanziati 7 i progetti coinvolti destinati all’estrazione e all’esplorazione di petrolio e gas per 1,2 miliardi di euro. Un miliardo è stato invece destinato a 5 progetti per la produzione di energia elettrica da fonti fossili. 2,4 sono i miliardi di euro andati a 5 progetti per la raffinazione.
Ulteriori vantaggi per il settore Oli&Gas vengono dalle 17 voci in bilancio dello Stato che prevede sconti e detrazioni che coinvolgono l’utilizzo di combustibili fossili in diversi settori, per un totale di 4,8 miliardi di euro l’anno, dal 2016 al 2018. In particolare al settore gas spettano sconti sulle accise per 85,38 milioni l’anno.
Sono 8,9 i miliardi di euro stimati da Legambiente e destinati a sostenere la produzione e il consumo di energia fossile, inquinante e dannosa per l’ambiente e per la nostra salute! Risorse che potrebbero essere destinate invece ad esempio alla riqualificazione del patrimonio edilizio, privato e pubblico, e a permettere a tutti di vivere in maniera efficiente e sostenibile! Alla riqualificazione dei territori, alla transizione energetica…
clicca sul banner per leggere tutti i dettagli sui sussidi alle fonti fossili in Italia