La Visione di Peglio

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La Visione di Peglio

L’Italia è il Paese dei molti distretti locali e delle migliaia di Comuni piccoli e medio – piccoli, che rappresentano la principale realtà istituzionale del Paese. Molte di queste piccole realtà sono considerate aree marginali e fragili in relazione alla presenza di vincoli fisico-strutturali, la posizione rispetto ai poli di sviluppo, la debole tradizione industriale, la frammentazione istituzionale e progettuale. Allo stesso tempo in ciascuna di queste realtà locali sono presenti alcune specifiche potenzialità: la qualità sociale ed ambientale, i beni storico-culturali, la caratterizzazione economica locale, il grado di partecipazione degli attori privati o del terzo settore alla attuazione delle politiche di sviluppo; il cosiddetto capitale sociale. Valorizzare queste potenzialità diventa una straordinaria occasione di sviluppo.

Quale modello di sviluppo locale
Per le aree periferiche il modello di sviluppo insiste spesso sul turismo rurale, una miscela di salubrità dei prodotti, accoglienza familiare, recupero delle tradizioni locali. Gli sforzi delle amministrazioni pubbliche e dei gruppi spontanei hanno sortito progetti di buona fattura, capaci di far vedere quanto ricca e bella sia l’Italia dei piccoli centri. Tali sforzi però hanno un impatto occupazionale limitato e non tengono conto dell’emergenza servizi; sono rivolti cioè soprattutto a qualificare piccole nicchie dell’economia locale, risultando insufficienti rispetto al gravoso compito di mantenere la popolazione in loco. Famiglie giovani con figli necessitano di redditi regolari e di servizi adeguati; in caso contrario non resta che il trasferimento nelle città o nei fondovalle.

Aree fragili, economia leggere
A fronte di questa situazione ci si può chiedere quale economia sia possibile nelle aree periferiche e se questa possa essere sostenibile. Non esiste una “ricetta” universale e i percorsi sono vari e a volte imprevedibili. Tuttavia, due vincoli appaiono imprescindibili: uno, bisogna mantenere insediamenti con una popolazione sufficientemente numerosa ed equilibrata per fasce di età; due, bisogna battere strade che assicurino la sostenibilità ambientale delle attività economiche siano essi dei locali o di imprese esterne. In queste due condizioni si sviluppa l’idea di un’economia leggera per aree fragili: oltre alla sostenibilità ambientale, il pensiero va ai fattori immateriali dello sviluppo come la conoscenza e il capitale umano.

Scelta innovativa o unica via
Nei piccoli comuni l’effetto di una scelta innovativa è molto più strategica in virtù del fatto che è spesso l’unica possibile; da lì bisogna partire innovando.
Noi abbiamo scelto la via della sostenibilità come scelta innovativa e strategica per creare una vera e propria osmosi tra servizi, persone e territorio ma anche unica via, visti i continui tagli ai trasferimenti sul sociale, istruzione, sport, è stato una scelta obbligata per creare un circuito economico favorevole al comune che garantiva risorse maggiori rispetto agli investimenti. La sostenibilità ambientale non deve essere vista come una spesa ma come un vero e proprio investimento permanente, il rapporto bilaterale tra uomo e territorio è il giusto percorso di condivisione delle progettualità calate partendo dai luoghi e dalla memoria.

Buona energia a tutti
Daniele Tagliolini
Sindaco di Peglio (PU)