Comuni 100% Rinnovabili

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Ad aprire le classifiche del Rapporto Comuni Rinnovabili è la categoria più importante e originale, perché è quella che guarda al futuro. Ossia ad un modello distribuito con una sempre maggiore autoproduzione da fonti rinnovabili energetica, una prospettiva che sta accomunando la ricerca e la sperimentazione in diverse parti del Mondo. I Comuni che rientrano in questa categoria sono quelli nei quali le fonti rinnovabili installate riescono a superare i fabbisogni sia elettrici che termici dei cittadini (riscaldamento delle case, acqua calda per usi sanitari, elettricità). Per costruire la classifica vengono messe assieme le informazioni che riguardano i diversi impianti installati nei territori, in modo da calcolare il rapporto tra l’energia prodotta e quella consumata dalle famiglie. Per la parte elettrica occorre considerare che gli impianti, nella maggior parte dei casi, immettono l’energia elettrica prodotta nella rete ed è da questa che le utenze la prendono. Il rapporto tra produzione e consumi nell’ambito di un Comune è comunque un riferimento significativo perché dimostra come sia possibile soddisfare i fabbisogni delle famiglie attraverso le fonti rinnovabili installate sui tetti e nei territori, avvicinando così domanda e produzione di energia. Per la parte termica, troppo spesso e a torto ignorata, che rappresenta larga parte della domanda (e dei costi in bolletta) per le famiglie, sono stati presi in considerazione i diversi contributi degli impianti o delle reti ai fabbisogni. Nella scelta di questo parametro si fondono obiettivi quantitativi e qualitativi, proprio per questa ragione sono stati presi in considerazione i Comuni con almeno tre tecnologie diverse. Inoltre si è scelto di evidenziare non la produzione assoluta ma il mix di impianti diversi – elettrici e termici – proprio perché la prospettiva più lungimirante per i territori è quella di sviluppare gli impianti da rinnovabili capaci di dare risposta alla domanda di energia valorizzando le risorse rinnovabili presenti. Per le biomasse inoltre sono stati presi in considerazione solo impianti da “vere” biomasse e a filiera corta. E’ del tutto evidente che questa impostazione limita molto il campo dei “candidati” al successo in questa classifica. Basta dire che sono 2.809 i Comuni in Italia che producono più energia elettrica di quanta ne consumino le famiglie residenti, grazie ad una o più fonti rinnovabili (idroelettrica, eolica, fotovoltaica, da biomasse o geotermica). Oppure che per la parte termica sono 46 i Comuni che superano largamente il proprio fabbisogno grazie a impianti di teleriscaldamento collegati a impianti da biomassa o geotermici. Nella classifica che segue si possono trovare i 35 “Comuni 100% Rinnovabili”, ovvero quelli che rappresentano oggi il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale. In queste realtà sono gli impianti a biomasse e geotermici allacciati a reti di teleriscaldamento a soddisfare ampiamente i fabbisogni termici e un mix di impianti diversi da fonti rinnovabili a permettere di soddisfare e superare, spesso ampiamente, i fabbisogni elettrici dei cittadini residenti. La classifica, in ordine alfabetico, premia proprio la capacità di muovere il più efficace mix delle diverse fonti (almeno tre le fonti) e questi 35 Comuni dimostrano appieno come questa prospettiva sia vantaggiosa.

 

I COMUNI 100% RINNOVABILI 2015

La cartina di pagina 45 racconta lo scenario dell’autoproduzione da fonti rinnovabili in Italia, mettendo in evidenza i Comuni che sono più avanti, ossia quelli al 100% rinnovabili sia per le componenti termiche che elettriche con un mix virtuoso di fonti, e poi quelli dove le rinnovabili superano già il 100% dei consumi elettrici. E’ importante sottolineare come non sono solo “Piccoli” Comuni a mostrare risultati importanti raggiunti in poco tempo grazie alle “nuove” fonti rinnovabili. Un esempio è Parma che grazie ad un mix di 4 tecnologie rinnovabili elettriche, 45 MW di fotovoltaico, 2,6 MW di biogas, 17,9 MW di biomassa e 2,5 MW di bioliquidi riesce a coprire il 100% dei fabbisogni elettrici delle famiglie residenti. O ancora come nel caso di Ravenna che raggiunge gli stessi obiettivi di “autosufficienza” con un mix di 6 tecnologie, fatte di solare fotovoltaico, eolico e bioenergia solide, liquide e gassose. Ma anche Foggia, dove invece a soddisfare i fabbisogni elettrici delle famiglie ci pensa un mix di 3 tecnologie: 125,5 MW di pannelli fotovoltaici, 30 MW di eolico e 1,9 MW di biogas. Complessivamente invece, prendendo in considerazione tutti i Comuni Italiani, sono 515 quelli che grazie alle rinnovabili producono dal 99 al 70% di energia elettrica rispetto ai fabbisogni domestici, 485 quelli con una percentuale variabile tra il 70 e il 50% e 735 quelli che producono dal 50 al 30% dell’energia elettrica necessaria ai fabbisogni familiari.

I PREMI 2015

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono centinaia i Comuni, che per ragioni qualitative, non entrano in classifica, ma che sarebbero già autosufficienti dal punto di vista energetico. Tra questi ci sono alcuni Comuni toscani, come Radicondoli (SI) e Monteverdi Marittimo (PI) che grazie alla geotermia e al piccolo contributo del solare fotovoltaico soddisfano pienamente il fabbisogno elettrico delle famiglie residenti. Oppure realtà come Monterotondo Marittimo (GR) e Castelnuovo Val di Cecina (PI) dove grazie alla sola geotermia si riesce a soddisfare pienamente i fabbisogni energetici sia elettrici che termici delle famiglie residenti (grazie al collegamento ad una rete di teleriscaldamento). La cartina (in fondo alla pagina) rende evidente la realtà dei Comuni che sono più avanti, ossia quelli al 100% rinnovabili per le componenti termiche e/o elettriche, ma anche quelli dove le rinnovabili hanno raggiunto traguardi importanti, Proprio da questa cartina è possibile già oggi vedere un nuovo modello energetico rinnovabile e distribuito che sta crescendo sempre di più nel nostro Paese. E’ importante sottolineare come non sono solo “Piccoli” Comuni a mostrare risultati importanti raggiunti in poco tempo grazie alle “nuove” fonti rinnovabili. Un esempio è Cuneo che grazie ad un mix di 5 tecnologie rinnovabili elettriche, 32,8 MW di impianti solari fotovoltaici, 3,1 MW di mini idroelettrico, 5,7 kWe di geotermia, 100 kW di biogas e 1MW di biomassa riesce a coprire il 100% dei fabbisogni elettrici delle famiglie residenti. O ancora il Comune di Foggia, dove invece a soddisfare i fabbisogni elettrici delle famiglie ci pensa un mix di 3 tecnologie: 125,5 MW di pannelli fotovoltaici, 24,3 MW di eolico e 1,9 MW di biogas. Ma anche Comuni come Terni dove a soddisfare i fabbisogni elettrici sono 29 MW di fotovoltaico, 1,2 MW di mini idroelettrico, 1 MW di biogas, 10 MW di biomassa e 1,3 MW di bioliquidi o Lecce dove sono 52,4 MW di fotovoltaico e 36,1 MW di eolico a far raggiungere al Comune un risultato così importante. Complessivamente invece, prendendo in considerazione tutti i Comuni Italiani, sono 570 quelli che grazie alle rinnovabili producono dal 99 all’70% di energia elettrica rispetto ai fabbisogni domestici, 562 quelli con una percentuale variabile tra il 70 e il 50% e 869 quelli che producono dal 50 al 30% dell’energia elettrica necessaria ai fabbisogni famigliari. coprendo il fabbisogno energetico delle famiglie residenti fino al 50%.

I PREMI 2014